«Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello!»
Purgatorio, canto VI, vv. 76-78
Estratto dell'articolo di Paolo Russo per “La Stampa”
Niente piano da 30 mila assunzioni di medici
e infermieri, che già proclamano lo sciopero per il 20 novembre. Saltata anche
la defiscalizzazione dell'indennità di specificità medica trasformata nel 2025
in una mancetta da 17 euro al mese nelle tasche dei dottori, ancor meno in
quelle degli infermieri.
Non c'è traccia nemmeno di stanziamenti per
pagare i camici bianchi che fuori orario di lavoro si impegnano a smaltire le
liste di attesa, mentre il prossimo anno 61,5 milioni andranno ai privati
convenzionati per aumentare l'offerta di prestazioni proprio al fine di
accorciare i tempi per visite e accertamenti. Somma che sale a 123 milioni nel
2026.
Ma soprattutto nella manovra ci sono pochi
spiccioli in più del miliardo e 200 milioni già stanziato dalla finanziaria
dello scorso anno per il 2025. Una somma giudicata insufficiente dalle Regioni
a coprire già solo l'inflazione. L'articolo 47 sul rifinanziamento del Servizio
sanitario nazionale, di soldi in più stanzia un miliardo e 302 milioni.
In realtà non ci sarebbero nemmeno quelli
perché da quanto trapela dallo stesso ministero della Salute circa un miliardo
sarebbe vincolato al rinnovo del contratto 2025-27 dei dipendenti di asl e
ospedali. Soldi insomma che non sarebbero utilizzabili per finanziare alcunché
di nuovo.
I fondi crescono poi di 5,078 miliardi nel
2026 e di 5,780 l'anno successivo. Ma anche in questo caso non è tutto oro
quello che luccica perché nel computo vengono di volta in volta aggiunti soldi
in più stanziati gli anni precedenti. Detto altrimenti i 5,780 miliardi in più
del 2026 si intendono rispetto al 2024, mentre in raffronto all'anno precedente
ci sarebbero i 3,6 miliardi annunciati da Giorgia Meloni il giorno dopo il varo
della manovra.
[…]Ma il pugno allo stomaco arriva dai sindacati
dei medici ospedalieri e da quello degli infermieri Nursing (non dall'altra
sigla autonoma Nursind), che proclamano lo sciopero nazionale della sanità per
il 20 novembre e parlano di «presa in giro» e «giravolte del ministero
dell'Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute». Anche
perché, rimarcano, per il 2025 «si parla di risorse per la maggior parte legate
a un contratto la cui discussione inizierà tra almeno due anni».
Inoltre dal testo scompare anche l'annunciato
aumento del tetto per la farmaceutica da 880 milioni. Tutti soldi che dovranno
ripianare per metà le regioni e per l'altra metà le aziende del farmaco, visto
che la spesa per pillole e sciroppi è destinata anche quest'anno a sfondare non
di poco il tetto prefissato.
[…]
Del miliardo previsto per l'aggiornamento dei
Drg, le tariffe con le quali le Regioni rimborsano i ricoveri di ospedali e
strutture private convenzionate, ferme da 20 anni, restano appena 77 milioni il
prossimo anno, mentre per vedere rispettata la promessa bisognerà attendere il
2026.
Invece della flat tax al 15% sull'indennità
di specificità medica, che valeva 250 euro netti mensili in busta paga i camici
bianchi si dovranno accontentare di un aumento di 17 euro il prossimo anno che
diventeranno 115 nel 2026, mentre per la medesima indennità gli infermieri
portano a casa 7 euro il prossimo anno, 80 il successivo.
[…] Alle Regioni che faranno i compiti per
smaltire le liste di attesa vanno infine 50 milioni. Mance e mancette che non
fermeranno la fuga di medici e infermieri da un lato, pazienti dall'altro, da
un Ssn sempre più in carenza d'ossigeno.