1 mar 2011

redde rationem, caesar.

'redde rationem villicationis tuae: iam enim non poteris villicare' (luca 16,2)
gheddafi è (quasi) andato e berlusconi, checchè ne dica il diretto interessato, non se la passa tanto bene. e puntualissima, è cominciata la resa dei conti anche nei santuari della finanza dove il primo della lista è il banchiere di fiducia del premier: cesare geronzi, colui che salvò il premier dal fallimento nel lontano 1994, ne garantì la quotazione in borsa e lavorò per il successivo consolidamento di potere nei salotti buoni, culminato con l'ingresso della figlia marina berlusconi nel cda di mediobanca.
la nouvelle vague (per così dire, considerando l'eta over 50 e 60 degli interpreti) del capitalismo nostrano, dellavalle e montezemolo, prima di sferrare l'attacco politico a berlusconi gli stanno facendo terra bruciata intorno. lavorano per depotenziare geronzi in generali e quindi di mediobanca. a catena, cercheranno di esautorarlo in tutti i centri di potere che geronzi controlla, direttamente e indirettamente. a) in primis rcs e il corriere della sera che, se non venisse messo al riparo, rischia di finire nelle mani di berlusconi con decorrenza 1 aprile 2011 come da legge milleproroghe approvata la settimana scorsa.
b) in seconda battuta c'e' il patrimonio immobiliare delle assicurazioni generali che da sempre fa gola a tanti.
c) non può mancare la principale banca italiana, unicredito sulla quale geronzi aveva stretto il controllo con l'aiuto degli amici libici e delle fondazioni controllate dalla lega nord.
d) alle sorti di geronzi è legato anche il futuro della telecom italia, della banda larga in italia e soprattutto del controllo della rete fissa delle telecomunicazioni sulla quale il premier aveva già messo gli occhi (il ministro paolo romani spinge da tempo per una rete condivisa da tutti gli operatori e posseduta da tutti i soggetti interessati, mediaset in testa).
e) non dobbiamo dimenticare poi che la prossima primavera ci saranno le nomine delle aziende a partecipazione statale: eni, enel e finmeccanica.
f) dulcis in fundo, ci sarebbe anche la nomina dell'amministratore delegato di parmalat; la nomina in se stesso non dovrebbe avere grande appeal ma ci sono da gestire 1,4 miliardi di euro di liquidità che potrebbero venire buoni per comprare qualche centrale del latte controllata da comuni, in quota a pdl e lega, molto bisognosi di liquidità.
'reddite quae sunt caesaris caesari et quae sunt dei deo' (luca 20,25)

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