19 giu 2015
laudato sì
"La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve
sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia.
Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che
la politica e l’economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio
della vita, specialmente della vita umana. Il salvataggio ad ogni costo
delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma
decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un
dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo
generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura. La crisi
finanziaria del 2007-2008 era l’occasione per sviluppare una nuova
economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione
dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma
non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri
obsoleti che continuano a governare il mondo. La produzione non è sempre
razionale, e spesso è legata a variabili economiche che attribuiscono
ai prodotti un valore che non corrisponde al loro valore reale. Questo
determina molte volte una sovrapproduzione di alcune merci, con un
impatto ambientale non necessario, che al tempo stesso danneggia molte
economie regionali.
La bolla finanziaria di solito è anche una bolla produttiva. In
definitiva, ciò che non si affronta con decisione è il problema
dell’economia reale, la quale rende possibile che si diversifichi e si
migliori la produzione, che le imprese funzionino adeguatamente, che le
piccole e medie imprese si sviluppino e creino occupazione, e così via". (LETTERA ENCICLICA "LAUDATO SI’" DEL SANTO PADRE FRANCESCO)
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