25 set 2020

PD e BENETTON : il ritorno dei morti viventi

 Il PD è riuscito a non squagliarsi nel girone elettorale di settembre e immediatamente ha ripreso vita tutto il baraccone di amici e parenti collegati.
In pole position i signori delle autostrade (considerando che controllano pedaggi e ristorazione, grazie alle concessioni statali) che riescono nuovamente a farla franca, gettando nelle ortiche mesi di discussioni con il governo e cassa depositi e prestiti.
E, come al solito, tornano tranquilli a fare i loro comodi ....


Hanno vinto i Benetton: vendono a chi vogliono
Atlantia ignora le nuove minacce di revoca e vara lo scorporo senza attendere l’accordo con Cdp. L’88% di Aspi sarà ceduto sul mercato o conferito ad una società da quotare. Entra nel cda lady Ilva, Lucia Morselli, che sta facendo penare l’esecutivo
.

Libero - NINO SUNSERI

Il consiglio d’amministrazione di Atlantia ha fatto quello che aveva promesso. Nella riunione di ieri ha disegnato il futuro per Autostrade per l’Italia (di cui possiede l’88%) ignorando il pressing del governo che adesso, attraverso Giancarlo Cancellieri, vice ministro grillino delle Infrastrutture, torna a minacciare la revoca della concessione Una possibilità già esclusa dall’Avvocatura dello Stato. Tuttavia indispensabile ai Pentastellati per dimostrare di essere in vita. Come dimenticare Di Maio e i Conte che all’indomani del crollo del Ponte Morandi avevano annunciato che i Benetton, proprietari della società sarebbero stati cacciati via immediatamente? Dopo due anni è ancora la dinastia trevigiana a dare le carte. Mette anche l’elmetto nominando in consiglio Lucia Morselli che, come capo dell’Ilva, è abituata agli scontri con questo governo.

La soluzione delineata da Atlantia passa attraverso un doppio binario: la vendita sul mercato di Autostrade per l’Italia attraverso una gara internazionale oppure lo spezzatino. Vuol dire che le rete autostradale verrà conferita ad una nuova società chiamata Acc (Autostrade concessionaria e costruzioni) di cui è prevista la quotazione in Borsa a partire dall’anno prossimo. Dalle prime indiscrezioni pare che ci sia già un interesse da parte del fondo sovrano del Kuwait (Kia).

IL RUOLO DI CDP

Questo scenario non esclude, ovviamente il coinvolgimento di Cdp con cui il tavolo negoziale si sarebbe interrotto un paio di settimane fa. Cdp, se dovesse rientrare in partita, dovrebbe farlo a condizioni di mercato. Per esempio acquistando il 12% della rete autostradale in mano ai francesi di Edf, ai tedeschi di Allianz e ai cinesi di Silk Road. Tuttavia non sembra che Fabrizio Palermo, capo della Cassa abbia intenzione di riprendere il negoziato. Resta il dato politico con la figuraccia rimediata dal governo. Il consiglio dei ministri del 14 luglio aveva delineato un percorso molto diverso da quello approvato dal cda di Atlantia. Era previsto, infatti, che Cdp entrasse direttamente in Autostrade per l’Italia con un aumento di capitale riservato. In questo modo avrebbe preso, insieme ad un gruppo di alleati, il controllo mettendo all’angolo la famiglia Benetton. Questa ipotesi però si è dimostrata immediatamente impercorribile perché avrebbe penalizzato gli interessi di tutti i soci e non solo la dinastia trevigiana. Da qui la decisione di dare il via ad un processo alternativo. Piazza Affari ha reagito positivamente facendo salire il titolo Atlantia ancora dell’1,6% a 13,8 euro. Tuttavia lil traguardo è ancora molto lontano.

CONDIZIONI

Non a caso il comunicato diffuso dopo il consiglio d’amministrazione indica una lunga serie di condizioni da superare. Sono barriere che il governo potrebbe alzare in qualsiasi momento esponendosi, però al rischio di reazioni molto forti. Ieri il fondo inglese Tci titolare del 7% di Atlantia si è dichiarato soddisfatto. Segno che dietro il consiglio d’amministrazione c’è uno schieramento di investitori internazionali molto potente.

Per andare avanti sul progetto di scissione serve circoscrivere il rischio legale derivante dal crollo del Ponte Morandi. Autostrade ha già pagato un indennizzo di 3,4 miliardi. Basteranno? Difficile dirlo considerando che proprio il problema della garanzia è stato l’inciampo su cui è crollata la trattativa con cdp. C’è poi da stabilire il nuovo Piano tariffario. È un passaggio fondamentale per stabilire il valore di Autostrade. Il governo, finora ha tenuto il dossier in frigorifero aspettando di capire le intenzioni del gruppo. Adesso potrà decidere. L’indicazione è quella di un abbattimento dei pedaggi riducendo la redditività dall’11 al 7%. Un taglio ulteriore rischierebbe di danneggiare anche Cdp se mai tornasse in partita. Senza contare, ovviamente, il fatto che tutta l’operazione dovrà passare l’esame dell’Anas e poi della Consob. Un equilibrio molto delicato che aspetta una soluzione. Soprattutto per i 14,5 miliardi di investimenti promessi da Autostrade.

Nessun commento:

Posta un commento