https://www.editorialedomani.it/ 11.11.2020
400 chilometri di strade a rischio per fare profitti
L’inchiesta sulle barriere anti rumore svela il sistema
con cui Autostrade per l’Italia ha tagliato sulla sicurezza per garantire
dividendi ai Benetton
Giovanna
Faggionato
- Ci sono 400 chilometri di barriere antirumore sulle autostrade italiane, 60 nella sola Liguria, che non hanno collaudi, ma difetti di progettazione e sono tenute insieme da una resina priva di certificati europei.
- Riassume tutto una frase di Gianni Mion, l’uomo che per vent’anni ha lavorato per i Benetton e ancora oggi è a capo della holding Edizione: «Le manutenzioni le abbiamo fatte calare, più passava il tempo più ne facevamo meno». L’obiettivo è sempre lo stesso: distribuire dividendi ai soci.
- Le barriere anti rumore sono l’ennesima dimostrazione dell’approccio all’azienda e alla sicurezza. Secondo una relazione del 18 gennaio 2020 chiesta dalla procura di Genova non potevano nemmeno essere messe in esercizio.
Il 2 febbraio del 2020 un professore emerito della Bocconi, Giorgio Brunetti, dialoga al telefono con con Gianni Mion, da sempre il manager di riferimento della famiglia Benetton, quello che amministra Edizione Holding, la cassaforte del gruppo di Ponzano Veneto a cui fa capo tutta la catena societaria che include il controllo di Atlantia e, a cascata, quello di Autostrade per l’Italia (Aspi). I due si conoscono, hanno pubblicato insieme un libro qualche anno fa, Manager oggi, per Egea. Sono abbastanza in confidenza da dirsi cose che in pubblico non si sono mai sentite.
Quelli sono giorni difficili, il negoziato infinito con il governo Conte dopo la caduta del ponte Morandi nell’estate del 2018 sta peggiorando. Anche se la revoca della concessione pare esclusa, si studiano altre soluzioni. Molto dipende da come verrà rinegoziato il Piano economico e finanziario che stabilisce la redditività futura di Autostrade e dunque il prezzo al quale i Benetton possono vendere la loro quota di controllo (88 per cento)
La telefonata è intercettata e contenuta nell’inchiesta della procura di Genova che ha portato a misure cautelari per vari dirigenti attuali e passati di Autostrade, incluso l’ex ad Giovanni Castellucci.
Ecco il testo
Mion: mentre il management.. che si era impossessato della loro testa...
Brunetti: appunto ...
Mion: pensava dì fare lui... ...
Brunetti: era già nel 2007, ti ricordi sto discorso?
Mion: esatto...
Brunetti: 2007 quindi sono passati 12 anni, 12 anni ...
Mion: ti ricordi poi, poi Castellucci… allora diceva “facciamo noi!” e Gilberto (Benetton, l’esponente della famiglia che si è sempre occupato di Autostrade, ndr) eccitato perché lui guadagnava e suo fratello di più… (il fratello è Luciano, quello che ha da poco ripreso in mano il ramo abbigliamento, ndr)
Brunetti: ma veramente, allora tu eri consapevole mi ricordo fin dall’inizio…
Mion: (incomprensibile)
Brunetti: quando hanno acquistato quella roba, era una roba che loro non potevano neanche governare…
Mion: esatto ..
Brunetti: come concetto, non gestire ma governare, non avevano il fisico del governo giusto?
Mion: chiaro .. chiaro ..
Brunetti: pacifico che bisognava arrivare.. dicevi sempre.. un discorso di minoranza e di liquidabilità della quota..
Mion: Sì ...
Brunetti: lo so, è ben chiaro sto discorso qua, ben chiaro e non è mai stato recepito...
Mion: No ma perché, non ho trovato Gilberto ..
Brunetti: assolutamente Gilberto ...
Mion:· no no guarda l’ la responsabilità...
Brunetti: si erano innamorati di sta roba senza sapere…
Mion: glielo dicevano...
Brunetti: I rischi che c’erano in sta roba...
Mion: esatto
Brunetti: questo era il problema ...
Mion: si ma però poi il vero grande problema è che le manutenzioni le abbiamo fatte in calare, più passava il tempo meno facevamo ...
Brunetti: Sì daiii ....
Mion: cosi distribuiamo più utili ...
Brunetti: Utili ...
Mion: Esatto.. e Gilberto e tutta la famiglia erano contenti …