notizie da 'simpaticilandia':
“Il dott. Gian Marco Moratti, in proprio e quale Presidente di Saras Spa, il dott. Massimo Moratti, in proprio e quale amministratore delegato di Saras Spa e Presidente di FC Internazionale Milano, hanno conferito incarico al Prof. Avv. Antonino Menne, del Foro di Milano, affinché, a tutela dei propri diritti, prontamente e senza indugio, promuova nelle opportune sedi, nei confronti dell’autore e dell’editore del medesimo libro (Nel Paese dei Moratti:
Sarroch-Italia: una storia ordinaria di capitalismo coloniale, scritto da Giorgio Meletti per Chiarelettere n.d.r.), nonché dei mass media che, in qualsiasi forma e sede, allo stesso abbiano dato o diano spazio e risalto, ogni e qualsivoglia azione ritenuta a questo fine necessaria”. in pratica i 'simpatici' signori moratti vietano a CHIUNQUE anche solo di parlare del libro pena la denuncia per diffamazione! e come se non bastasse, il 'simpatico' signor massimo moratti manda messaggi subliminali facendoci sapere che e' anche presidente della fc internazionale ... a volere essere 'antipatici' ci attendiamo quindi diffide/denunce verso chi scrive di calciopoli e delle intercettazioni dell'inter risultanti dal processo di napoli oppure del ruolo di guido rossi (gia a libro paga del sig moratti) a capo della figc, oppure del legame tra il sig walter gagg (a libro paga del fc internazionale dal 2008 ) e gli arbitraggi di riguardo nella champions league scorsa. resta inteso che e' vietato parlare dell'inganno del collocamento in borsa della saras con numeri falsi nel prospetto di quotazione (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/06/24/collocamento-saras-le-banche-sotto-accusa-salva.html).
per completezza:

Giorgio Meletti - Nel Paese dei Moratti:
Sarroch-Italia: una storia ordinaria di capitalismo coloniale - Chiarelettere Editore -- 26 maggio 2009. Mentre a Milano il presidente dell’Inter Massimo Moratti segue con apprensione i capricci dell’allenatore Mourinho e suo fratello Gianmarco tratta un prestito milionario con Banca Intesa, a Sarroch, in Sardegna, Daniele Melis, ventinove anni, Luigi Solinas, ventisette, Bruno Muntoni, cinquantotto, si preparano a entrare in una cisterna per lavori di pulizia e manutenzione. Giornate molto diverse. Ma in un tragico istante diventano una cosa sola. I tre operai lavorano e muoiono alla Saras, la raffineria creata negli anni Sessanta da Angelo Moratti. Con passione e intelligenza narrativa, Giorgio Meletti attraversa i giorni e le ore in cui si consumano i fatti e racconta gli affari dei Moratti, i dividendi della raffineria (120 milioni di euro all'anno negli ultimi cinque anni), la quotazione in Borsa della Saras a un prezzo così alto da far scattare un'inchiesta giudiziaria, le perdite dell’Inter (circa 150 milioni di euro all’anno). Ma i protagonisti di quelle ore non sono solo i fratelli Moratti. Basta spostare appena un po’ l’obiettivo. C’è l’amico di sempre Tronchetti Provera e lo spolpamento di Telecom, Marchionne che promette tranquillità agli operai di Termini Imerese, le grandi banche all'inseguimento dei crac finanziari. L’assenza di Epifani. Tutto concentrato in poche ore, che compongono la fotografia del capitalismo italiano. La Sardegna come simbolo di una nazione da colonizzare. L’immagine che esce è quella di un’oligarchia asserragliata a difendere i privilegi acquisiti, di un paese vecchio. A pagare sono sempre gli ultimi. I lavoratori e i cittadini prigionieri nella loro terra.
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