30 apr 2015

albino luciani

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lamico-papa-luciani-potevo-salvarlo-invece-non-lho-fatto-1120833.html

L'amico di Papa Luciani: "Potevo salvarlo ma invece non l'ho fatto"
"L'arcivescovo Perantoni voleva che gli portassi in Vaticano una lettera per avvisarlo del pericolo. Mi rifiutai. 'Te ne pentirai', mi rimproverò il presule. Tre giorno dopo Giovanni Paolo I era morto"

stefano lorenzetto - Dom, 26/04/2015 - 08:28

Non vuole portarsi il segreto nella tomba: «Avrei potuto salvare la vita a Papa Giovanni Paolo I. Non l'ho fatto. E oggi non riesco a perdonarmelo. A qualcuno devo pur dirlo». Giuseppe Pedullà compirà 83 anni il 20 giugno. A guardarlo, viene da pensare che camperà oltre i 100. Ma lo scrupolo di coscienza è giustificato dal peso che si porta sulle spalle. È un macigno enorme, che lo opprime, che lo schiaccia, che non lo fa dormire da quel martedì 26 settembre 1978, quando si rifiutò di consegnare in Vaticano una lettera che il frate francescano Pacifico Maria Luigi Perantoni, arcivescovo emerito di Lanciano e Ortona, voleva far giungere direttamente nelle mani del comune amico Albino Luciani, da appena un mese salito al soglio di Pietro, per avvisarlo che era in pericolo di vita. «Ignoro come Perantoni fosse giunto al convincimento che qualcuno intendesse uccidere il Papa.
So soltanto che, nel momento in cui gli dissi che non me la sentivo di farmi latore di un messaggio così spaventoso, egli mi rimproverò stizzito: “Te ne pentirai!”. Oh, se me ne sono pentito! Tre giorni dopo il Santo Padre era già morto». La voce gli si smorza in gola, fino a diventare un pianto sommesso.
Pedullà, originario di Marina di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria), abita a Piacenza d'Adige, nella Bassa padovana, in un appartamento trasformato in sacrario. Il salotto è dominato da un ritratto di Luciani assiso sul trono papale. Ma già dall'ingresso si percepisce che questo è un luogo speciale. Ai muri sono appesi vari reperti: il dagherrotipo di un austero Giovanni Luciani, padre del futuro pontefice, in posa con il bastone da passeggio, il panciotto, la camicia dal colletto diplomatico, la Lavallière, la lobbia; immagini della sorella del «Papa del sorriso», scattate dal padrone di casa, e del patriarca di Venezia con Paolo VI durante la storica visita in laguna del 1972, quando Giovanni Battista Montini gli pose sulle spalle la stola, quasi a indicarlo come proprio successore; istantanee di Pedullà con padre Pio da Pietrelcina e sulla tomba di Giovanni Paolo I nelle Grotte vaticane; infine 54 foto delle stimmate e delle ferite che piagavano mani, polsi, ginocchia e gambe di Natuzza Evolo («frequentavo la mistica», spiega il conterraneo calabrese), deceduta nel 2009, nelle quali il sangue disegna la croce, il volto di Cristo e la sigla JHS, Jesus Hominum Salvator.
È uno squilibrato, un fanatico, un visionario, Giuseppe Pedullà? Catone Sbardellini, ex sindaco dc di Villabartolomea, 20 chilometri da qui, che conosco da più di 30 anni e che lo ebbe come cliente all'ingrosso della sua Caver (cappelli di paglia), testimonia che no, non è né un pazzo né un mitomane, semmai un uomo semplice e pio, molto perbene, che si è trovato al centro di vicende assai più grandi di lui. E mi assicura che sono vere tutte le conoscenze accumulate dall'anziano in ambito ecclesiastico. E non solo nelle alte sfere curiali, aggiungo io: Pedullà indossa una cravatta recante sul retro l'etichetta «E. Marinella per Silvio Berlusconi» e, fra i molti trofei casalinghi, vanta un astuccio contenente l'orologio, con scudetto tricolore e firma dell'allora presidente del Consiglio, che il Cavaliere fece produrre in tiratura limitata per il vertice Nato-Russia del 28 maggio 2002 a Roma, «ma non l'ho mai indossato perché detesto Vladimir Putin, ha perseguitato i cristiani», chiarisce, facendosi sopraffare da uno dei tanti singulti che scandiranno l'intervista.
Ho rivolto la domanda in modo brutale al diretto interessato: è mai stato in cura per problemi psichiatrici? Avrei voluto anche chiedergli se fosse in grado di esibire un certificato di salute mentale. Non ve n'è stato bisogno. Ha reagito con estrema serenità. È sceso in strada a recuperare dall'auto il referto con cui lo scorso 9 aprile, alle 10.36, è stato accettato al polo ospedaliero di Schiavonia d'Este dell'Ulss 17. «Mi ci hanno portato con l'ambulanza del 118 perché quella mattina mi ero alzato dal letto con forti giramenti di testa». Quattro ore dopo è tornato a casa sulle proprie gambe con un'unica terapia: due compresse di Arlevertan, un farmaco contro le sindromi vertiginose, per 20 giorni. Dopo cinque aveva già smesso di prenderle. «Quadro neurologico normale», ha attestato la dottoressa Annalisa Donà. «Tac cerebrale ed esami bioumorali nella norma», ha concordato il suo collega Filippo Ometto. Nemmeno un valore fuori posto nelle analisi ematochimiche. Sano di mente e di corpo. Tanto che gli hanno rinnovato la patente ed è ancora capace di scendere in Calabria guidando senza soste per 1.120 chilometri.
Volendo sgravarsi almeno un po' del suo insopportabile fardello, Pedullà ebbe tre incontri con Edoardo Luciani, il fratello del pontefice morto in circostanze misteriose dopo appena 33 giorni di regno, e parecchi altri con Antonia, la sorella più giovane, detta Nina, della quale finì per diventare amico. «Se ne sono andati entrambi, lui nel 2008 e lei nel 2009. Antonia abitava a Levico. Approfittavo delle cure termali per passare lunghi periodi nella località del Trentino. Era un pretesto per stare con lei. Mi mettevo ai fornelli e cucinavo a casa sua. Mi donò questi oggetti appartenuti ad Albino», e mostra due cappelli a busta di astrakan, sei paia di occhiali e due vecchi libri di scuola recanti il cognome «Luciani» scritto con la stilografica dal futuro papa sulla carta velina che fodera le copertine. «Sono rimasto in contatto con il figlio Roberto, professore, che vive ancora a Levico. L'altra figlia, Lina, abita a Roma. Infatti fu la prima della famiglia ad accorrere nel Palazzo Apostolico e a vedere il cadavere dello zio pontefice adagiato nel letto. Qualche anno dopo venne assunta presso la Sala stampa della Santa Sede».
Il trait d'union fra Pedullà e il cardinale Luciani fu monsignor Perantoni, nato nel 1895 a Cavalcaselle (Verona) da umili contadini, entrato a 15 anni nell'Ordine dei frati minori (del quale fu ministro generale dal 1945 al 1951), ordinato prete nel 1920 e consacrato vescovo nel 1952, quando gli venne affidata la diocesi di Gerace. Trascorso un decennio, il frate fu nominato arcivescovo di Lanciano e Ortona. Nel 1970, quasi alla fine del mandato, dispose una ricognizione medico-scientifica sulle reliquie del miracolo eucaristico di Lanciano, avvenuto nel secolo VIII sotto gli occhi di un monaco dubbioso, che vide l'ostia consacrata e il vino nel calice da messa trasformarsi in carne e sangue. Il professor Odoardo Linoli, docente di anatomia e istologia patologica, primario degli Ospedali riuniti di Arezzo, concluse che «il sangue è vero sangue e la carne è vera carne, costituita da tessuto muscolare del cuore; che il sangue e la carne appartengono alla specie umana; che il sangue e la carne appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB e ciò sta ad indicare la unicità della persona».
Come conobbe Perantoni?
«In Calabria facevo parte di un gruppetto di fedeli che lo seguivano ovunque andasse, fra i quali Guido Laganà, esponente della Dc. Purtroppo l'arcivescovo di Reggio Calabria, Giovanni Ferro, stroncò la carriera di padre Pacifico nella convinzione che egli avesse contatti con la 'ndrangheta».
Si sbagliava?
«Certo! Era accaduto che il nostro pastore si fosse battuto per trasferire la sede episcopale da Gerace a Locri, sul litorale, provocando le ire della 'ndrangheta, che arrivò al punto di erigere uno sbarramento sulla strada Gerace-Locri per impedire al vescovo di scendere a valle. Finché Antonio Macrì, capo della cosca che controllava la Locride, non diede ordine di lasciarlo passare».
E ciò insospettì l'arcivescovo Ferro.
«Esatto. In realtà Perantoni era uno studioso, lontanissimo dai malavitosi. Aveva una cultura sterminata, conosceva parecchie lingue, stare accanto a lui era un arricchimento continuo. Andavo a trovarlo spesso in vescovado, gli facevo da autista, gli portavo le torte».
Sua eccellenza era goloso?
«No, è che io sono pasticciere».
E perché lo seguiva ovunque?
«Sono molto religioso. Un dono della mamma. La sera, dopo aver lavorato tutto il giorno, leggeva le vite dei santi. E di notte si alzava per aggiungere olio alla lucerna che illuminava il suo altarino privato sul comò della camera».
Ecco, mi parli della sua famiglia.
«Mio padre Domenico partecipò come volontario alla guerra in Africa orientale. Tornò invalido al 100 per cento. Mia madre Marianna gestiva il bar-tabaccheria Odeon a Marina di Gioiosa Ionica. Sette figli. Io sono il secondogenito. Vivevamo dentro un magazzino, privo di luce, acqua e gas. Dopo la quinta elementare fui mandato a lavorare nella pasticceria di Silvio Scardò, a Siderno Marina. Fino ai 25 anni affiancai mia madre all'Odeon. In questo modo quattro miei fratelli poterono diplomarsi o laurearsi. Prima di salire al Nord, comprai un terreno, firmando una montagna di cambiali, e costruii un nuovo bar, con due piani soprastanti. Lo lasciai ai miei, pagato. Un patrimonio di almeno 60 milioni di lire, parliamo del 1957, comprendente sala biliardo ed emporio di liquori, profumi e cancelleria».
Che lavori fece al Nord?
«Aiuto gestore in un lido con ristorante, sala da ballo e campeggio a Baveno. Cameriere al bar Motta di corso Italia a Genova. Autista del professor Michele Burnengo, docente all'Università di Parma. Commerciante di pelletteria in fiere e mercati del Veneto. Nel 1968 mi sposai a Canda. Tre anni dopo, il matrimonio, dal quale non erano nati figli, fu dichiarato nullo dalla Rota romana. Ho vissuto a Trecenta e Badia Polesine. Nel 2005 ho portato in Italia un'insegnante, Ecaterina Boghean, che in Moldavia, dove svolgo attività filantropiche, guadagnava 50 euro al mese. Oggi siamo marito e moglie».
Perché scelse proprio il Veneto?
«Per stare vicino a monsignor Perantoni, che nel 1974 diede le dimissioni e si ritirò a Peschiera del Garda, presso il santuario della Madonna del Frassino, dove morì nel 1982. È sepolto lì. Lui e il cardinale Luciani erano devotissimi alla Vergine. Entrambi facevano parte della Pontificia academia mariana internationalis. Mi confidò che il patriarca di Venezia gli aveva raccontato della sua visita a suor Lucia dos Santos. Luciani era uscito sconvolto dal colloquio, avvenuto l'11 luglio 1977 nel carmelo di Coimbra. La veggente di Fatima gli predisse: “Lei sarà papa dopo Paolo VI, ma per pochissimo tempo”». (Piange).
Mi risulta che il contenuto di quel dialogo non fosse stato svelato da Luciani neppure al fratello Edoardo.
«Si vede che Perantoni per lui era più di un fratello: un confessore. Tant'è che io, incontrando un giorno il patriarca lì al Frassino, me ne uscii ingenuamente con questa frase: eminenza, sono sicuro che sarà lei il prossimo papa. Al che Perantoni mi fulminò con lo sguardo. Ma Luciani, bonario, sviò da sé il pronostico con un gesto della mano: “No, no, per carità, preghiamo affinché il Signore ci conservi Paolo VI”».
Ebbe altri incontri con il cardinale?
«Sì, a Peschiera e a Venezia, in patriarcato. Vedendo il rapporto filiale che mi legava all'arcivescovo Perantoni, mi aveva preso a benvolere».
Che tipo era Luciani?
«Catechista, catechista, catechista. Di una fedeltà granitica al magistero e di una bontà angelica. Una volta mi disse: “Dovrai soffrire tanto”. Rimasi turbato: erano le stesse parole che mi aveva rivolto padre Pio».
In che modo conobbe il santo di Pietrelcina?
«Nel 1962 andai a San Giovanni Rotondo perché mia sorella Antonietta, bella ragazza, si era fidanzata con un geometra gelosissimo che le rovinava la vita con urli e scenate. Chiesi al frate di aiutarla. Mi batté una mano sulla spalla: “Sta' tranquillo, non preoccuparti”. L'indomani Antonietta trovò la forza di mollare quell'individuo. Oggi è felicemente sposata con un perito agrario».
Incontrò padre Pio in quell'unica occasione?
«No, andavo a trovarlo ogni due o tre mesi. Mi chiamava Pepè, il medesimo nomignolo usato da Perantoni. Alle 4 di mattina c'era già la fila di postulanti ad aspettarlo. Ai malati che sarebbero guariti diceva la frase con cui accolse me: “Sta' tranquillo”. Gli altri li congedava con una formula diversa: “Sia fatta la volontà di Dio”. Lui già sapeva che sarebbero morti. Una mattina gridò a uno sconosciuto: “Vieni qui, non vergognarti di mostrarti accanto a me”. Si trattava di un caporione del Pci che cadde convertito ai suoi piedi».
Lei, così vicino alle gerarchie, frequentava un religioso malvisto addirittura da Pio XII?
«Nel periodo di maggiore incomprensione con il Vaticano vidi quel sant'uomo costretto a celebrare messa dentro una celletta che misurava sì e no 2 metri per 1,80. Soffrì anche sotto Giovanni XXIII. E la vuol sapere una cosa? Prima di morire, Papa Roncalli consegnò al suo segretario una lettera dicendogli: “Questa è per padre Pio. Non vorrei essermi sbagliato sul suo conto”. Così mi riferì fra' Angelico, cuoco di Perantoni, che l'aveva appreso dallo stesso arcivescovo».
Ne conosceva di segreti, questo Perantoni.
«Al trentesimo giorno del pontificato di Giovanni Paolo I, mi telefonò: “Pepè, vieni subito qui”. Mi trovavo a Trecenta. Presi l'auto e corsi a Peschiera. Passeggiammo per due ore sul piazzale del Frassino. Alla fine cercò di pormi fra le mani una lettera: “Questa la devi portare tu, di persona, ad Albino Luciani in Vaticano. Il Papa è in grave pericolo”. Aveva scritto a mano sulla busta il nome di Sua Santità. Mi rifiutai di compiere quell'ambasciata».
Perché?
«Pensavo che Perantoni esagerasse ed ero terrorizzato».
Non gli chiese su che cosa si fondassero i suoi timori?
«No. Capisco che le sembri strano, ma io sono un povero signor Nessuno. Per me era inimmaginabile che qualcuno potesse attentare alla vita del Papa. E invece... Tre giorni dopo ero di nuovo al santuario del Frassino a piangere, amaramente pentito, esattamente come mi aveva predetto Perantoni».
Neppure in questa circostanza domandò all'arcivescovo notizie sul contenuto della lettera che lei non ebbe il coraggio di recapitare a Papa Luciani?
«No».
Ma è contro ogni logica!
«Sarà contro ogni logica, ma io mi comportai così. Non tutti sono preparati come voi giornalisti, abituati a fare interrogatori tipo quello cui mi sta sottoponendo. Certo, avrei potuto prendere in consegna la lettera e tenermela. Oggi costituirebbe una prova. Ma non commisi questo sacrilegio».
Si sarà almeno fatto un'idea su chi avrebbe avuto interesse a eliminare Giovanni Paolo I.
«Gesù Cristo non venne forse messo in croce per 30 denari?».
Sia più esplicito.
«Con il tempo, mi sono ricordato di una frase che il cardinale Luciani disse a Perantoni: “I soldi che abbiamo appartengono ai poveri, perché sono i poveri, e non i ricchi, a mantenere la Chiesa. E noi che facciamo? Li diamo a Calvi!”. Non gli andava giù che la Banca Cattolica del Veneto fosse finita sotto il controllo del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi». (Nel 1972 il patriarca di Venezia ebbe un aspro scontro con l'arcivescovo Paul Marcinkus, presidente dell'Istituto per le opere di religione, circa la gestione del Banco San Marco e la vendita al Banco Ambrosiano del 37 per cento delle azioni della Banca Cattolica, effettuata dallo Ior senza informarne l'episcopato veneto. Secondo molte fonti, Luciani, appena eletto papa, avrebbe manifestato la volontà di rimuovere Marcinkus dalla presidenza, «perché un vescovo non deve dirigere una banca», ndr).
Perantoni le parlò mai di contrasti fra Giovanni Paolo I e monsignor Marcinkus?
«No. L'unico dissidio di cui mi parlò fu quello con il cardinale Sebastiano Baggio, originario di Rosà, prefetto della congregazione che aveva il potere di promuovere o retrocedere i vescovi. Il Papa insisteva con Baggio per nominare patriarca di Venezia un uomo di propria fiducia, in modo che continuasse l'opera da lui lasciata in sospeso. Per due volte il cardinale si rifiutò di uniformarsi alla volontà del Santo Padre. Al terzo tentativo Luciani si spazientì: “Se a Venezia non mandi chi ti dico, ci dovrai andare tu”. Baggio uscì dallo studio papale sbattendo la porta. Il giorno dopo Luciani era morto. Di lì a un mese il cardinale vicentino fu riconfermato prefetto della Congregazione per i vescovi». (Con il titolo di copertina «La grande loggia vaticana», sul settimanale Op diretto da Mino Pecorelli, poi morto assassinato, apparve il 12 settembre 1978, cioè nove giorni dopo l'insediamento di Giovanni Paolo I, un elenco di 113 alti prelati iscritti alla massoneria, nel quale figuravano i nomi di Baggio e Marcinkus, ndr).
Se i presunti nemici di Luciani fossero stati tanto potenti da farlo ammazzare nelle stanze vaticane, non crede che avrebbero potuto agire molto prima, e in modo indolore, «orientando» lo Spirito Santo a scegliere un papa diverso quale successore di Paolo VI?
«Perantoni mi raccontò ciò che il suo amico Albino gli aveva rivelato circa l'andamento del conclave. Il patriarca di Venezia era talmente atterrito dall'idea di essere eletto che una mattina, vedendo quattro cardinali intenti a parlottare nei corridoi, rientrò precipitosamente nella sua stanza per non dare nell'occhio. Uno dei porporati chiese: “Chi è?”. Un altro rispose: “Ma come, non l'hai riconosciuto? È il patriarca di Venezia”. Quei quattro cardinali erano tutti del Sudamerica e, conquistati da tanta ritrosia, votarono compatti per lui insieme ad altri porporati stranieri».
Lei non provò mai a informare qualche autorità religiosa dei sospetti dell'arcivescovo Perantoni?
«Mi stia a sentire. Una sera sono a cena a Bagnolo di Po dai fratelli Fantinati, latifondisti. Il Tg1 annuncia che Papa Wojtyla intende beatificare padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993. Mi viene spontaneo battere un pugno sul tavolo: e Giovanni Paolo I, allora, non è stato anche lui vittima di un complotto mafioso? Decido di avviare una raccolta di firme perché Luciani sia proclamato beato. Parto per Roma. Entro nella basilica di San Pietro. Vedo una trentina di berretti rossi che, finita una celebrazione, si avviano verso una navata laterale. Li raggiungo nella sacrestia in fondo a sinistra e ne fermo uno, di colore. Scoprirò poi che era il cardinale Bernardin Gantin, originario del Benin, e che Papa Luciani il giorno successivo al proprio insediamento lo aveva nominato presidente del Pontificio consiglio Cor Unum, il dicastero della Curia romana che promuove le iniziative umanitarie della Santa Sede. Chiedo di parlargli. Lui mi accarezza la guancia e risponde: “Aspetti”. Si toglie i paramenti liturgici, congeda i presenti e mi chiede: “Sono qui, che vuole?”. Io gli illustro il mio proposito per una petizione a favore di Giovanni Paolo I beato. Lui replica: “È già santo”. Allora mi viene spontaneo fargli il nome dell'arcivescovo Perantoni. All'udirlo, il porporato ha un soprassalto e smette di guardarmi in faccia. Io lo supplico, gli tiro persino la veste: eminenza, eminenza, perché distoglie lo sguardo?, mi dica come devo comportarmi. Però Gantin taglia corto: “Lei è furbo, lei sa come fare”. Quindi, con aria complice, si lascia andare a un gesto tutto italiano: mi dà leggermente di gomito».
Fatico a decifrare la scena.
«Ma dottore, suvvia! In Vaticano le cose le sanno. Fra di loro se le dicono». (Esibisce un biglietto autografo di auguri per il 2002 scritto dal cardinale Gantin «con grande cordialità» e spedito a Badia Polesine, Riviera Matteotti 177, il precedente indirizzo di Pedullà).
E lei che fece?
«Cominciai la campagna affinché Luciani venisse elevato alla gloria degli altari. Raccolsi oltre 100.000 firme, girando tutti i santuari d'Italia e piazzando il mio banchetto in molte città, persino in Germania, Moldavia, Ucraina». (Mostra fasci di fotocopie con dati anagrafici e firme). «Le portai al vescovo di Belluno, Vincenzo Savio, il quale, prima di morire per un tumore, fece aprire la causa di beatificazione. Anche Savio era un santo. Sua madre visse quasi tutta la sua vita semiparalizzata. Mentre agonizzava, lui le chiese: “Mamma, facciamo il patto di Elia ed Eliseo?”. Il profeta Elia, prima di salire in paradiso, lasciò il mantello al discepolo Eliseo, che divenne a sua volta profeta. Il vescovo Savio ottenne dalla madre il mantello della sofferenza, sopportò il male con grande dignità, fino ad avere il coraggio di annunciare dal pulpito che il cancro lo stava uccidendo e di chiedere ai preti e ai fedeli di pregare per la sua anima».
Ma chi è lei? Un collezionista di futuri santi e beati?
«Ci scherza, eppure ho speso la vita per la Chiesa. Ho portato in giro con la mia auto suor Brigida Maria Postorino, fondatrice delle Figlie di Maria Immacolata. Sono stato amico di padre Bonaventura Maria Raschi, il francescano a cui la Madonna chiese di costruirle un santuario sul monte Fasce di Genova, un esorcista legato a padre Massimiliano Kolbe, il santo polacco martirizzato dai nazisti nel “bunker della fame” di Auschwitz: per più di 70 volte aveva scacciato Satana. Preparavo pranzi e dolci per l'arcivescovo di Trento, Giovanni Maria Sartori. Ho visitato fino all'ultimo suor Gesuina Vago delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù, morta a 109 anni nell'istituto di Casatenovo senza che il medico sapesse cosa scrivere sul certificato di morte: non era mai stata malata in vita sua, semplicemente si mise a letto, smise di mangiare e 20 giorni dopo il suo respiro cessò».
Non parlò con nessun altro della lettera di Perantoni?
«Con mia madre: scoppiò in lacrime e mi supplicò di tacere per non danneggiare il clero. E con un vescovo del Centro Italia». (Ne fa il nome però mi prega di non rivelarlo per evitargli imbarazzi). «Nel 2005 chiesi udienza a Benedetto XVI. Dalla Segreteria di Stato vaticana mi rispose monsignor Gabriele Caccia: “Ella potrà comunicare per iscritto quanto intende riferire al Santo Padre”. Non ebbi il coraggio di farlo. Ma ora il tempo stringe e ho deciso di rimediare. Tutti devono sapere che Albino Luciani fu vittima di un complotto».
A me pare più verosimile che sia rimasto vittima delle sue coronarie malandate.
«I fratelli Edoardo e Antonia in privato non erano di questo parere. La sorella mi nominava spesso don Licio Boldrin, parroco di Frassinelle Polesine, molto legato a Luciani, quasi a lasciar intendere che sapesse qualcosa». (Don Boldrin nel 1981 divenne campione di Flash, telequiz condotto in Rai da Mike Bongiorno, ndr). «È mio amico. Andò a trovare il Papa in Vaticano, portandogli una torta. Ancora se lo rimprovera: “Non vorrei che gli avesse fatto male il dolce cucinato da mia madre”».
Perché dopo queste peripezie continua ad avere fiducia nella Chiesa?
«Perché è mia mamma. Vede, noi Pedullà siamo sette figli: tre hanno ucciso moralmente nostra madre per motivi di eredità, ma quattro l'hanno sempre venerata. Se è capitato questo nella mia famiglia, come posso condannare la Chiesa? Io la amavo, la amo e la amerò anche dopo morto». (Piange).
Che cosa pensa di Papa Francesco?
«Lo stimo. Mi ha impressionato che abbia scelto di non abitare dentro il Palazzo Apostolico. Dev'essere un miracolo del Signore la libertà di cui gode. Non me la so spiegare altrimenti».

chi volesse approfondire http://www.disinformazione.it/albinoluciani.htm

29 apr 2015

italicum

28 aprile 2015, montecitorio

"a nome del governo, autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia" (maria elena boschi, pd)

....
"alla camera è emergenza democratica. la boldrini non muove un dito. accadde solo nel fascismo" (beppe grillo, m5s)

"gli ultimi che hanno messo la fiducia sulla legge elettorale sono stati de gasperi e moro" (matteo renzi, pd)


"la fiducia in questioni elettorali fu imposta soltanto in epoca fascista per la legge acerbo ed in periodo repubblicano con la legge truffa" (diego de lorenzis, m5s)

(legge acerbo : voluta da benito mussolini nel 1924 per assicurarsi una solida maggioranza.
legge truffa : voluta da alcide de gasperi nel 1953 assicurò il 65% dei seggi con il 50% dei voti della coalizione
.)


"non consentiremo il fascismo renziano" (renato brunetta, fi)

"la fiducia sulla legge elettorale è il segno che renzi ha una paura folle. non è audacia, ma il ruggito del coniglio" (matteo salvini, ln)

"ho vergogna di un presidente del consiglio che se la fa sotto, non la pipì, ma la cacca" (ciro falanga, fi)

è questa l'italia ? oppure è solo l'italicum ...


28 apr 2015

corrado passera

mi fa una certa impressione vedere corrado passera imbavagliato che manifesta contro l'italicum davanti a montecitorio.
soprattutto al ricordo del passato di corrado passera. passera è nato professionalmente negli studi di mckinsey (fucina di molti boiardi di stato) ed è stato nel tempo: ex collaboratore di de benedetti che lo mise alla guida di mondadori, espresso e gli comandò la trasformazione di olivetti in infostrada scaricando gli esuberi sulla collettività; ex ad del banco ambrosiano veneto che venne fuso con cariplo prima e con la banca commerciale italiana poi diventando banca intesa con contesturali esuberi e chiusure di sportelli; ex amministratore delle poste risanata a colpi di tagli di sportelli e di dipendenti; ex ad di banca intesa dove finì il lavoro del 'taglia e chiudi' fondendola con san paolo imi; ex advisor di alitalia dove mise insieme la famosa 'cordata italiana' di cai (formata anche da airone dove lavorava da dirigente la moglie giovanna salza) che dopo sei anni e alcuni miliardi di perdite mollò il colpo e finì per regalare la compagnia di bandiera agli arabi; socio di luca cordero di montezemolo in ntv (i treni italo tra milano - roma ad alta velocità); membro dell'opus-dei ed infine ex ministro dello sviluppo economico del governo monti (quello delle lacrime e sangue a partire dalla legge fornero sulle pensioni).  più che il bavaglio davanti alla camera servirebbe legarlo ...

rimandato in inglese

c'è un nuovo capitolo nella saga renziland: obama avrebbe parlato al premier italiano dell'uccisione del cooperante loporto durante l'incontro privato di quindici minuti. purtroppo il nostro capo del governo, che si vanta di parlare l'inglese fluently e quindi non vuole l'aiuto degli interpreti, non ha capito quello che il presidente americano gli stava raccontando.
no problem ... l'importante che gli sia piaciuto il vino ... wops! obama è astemio ... come pure papa francesco che ricevette altrre quattro bottiglie un mesetto prima !!!

24 apr 2015

utili idioti

cosa pensano all'estero dell'italia ?
gli avvenimenti degli ultimi giorni ne danno un quadro perfetto:

1) il vertice straordinario dell'unione europea convocato ieri per discutere dell'emergenza migrazione dall'africa verso l'europa ha stabilito che: tutti i 28 governi sono uniti a combattere i trafficanti di esseri umani sia per mare che eventualmente per terra (come? dichiariamo guerra alla libia?); verranno triplicati i fondi della missione triton a ben 9 milioni di euro al mese; germania, inghilterra, belgio, irlanda, finlandia e svezia manderanno loro navi nel mediterraneo; supporto ai paesi africani (tunisia, egitto, sudan, mali e niger) per il controllo delle frontiere) MA tutti si smarcano dall'accoglimento dei profughi. cameron (gb) dice che non vuole "neppure un migrante nel regno unito" ed a lui si sono uniti l'ungheria, la finlandia, l'irlanda e la svezia .... mare nostrum ? no, ..zzi nostri !
p.s. il governo italiano, non sapendo che pesci prendere, offre 35 euro al giorno per migrante ai privati che decideranno di ospitarli.


2) il presidente degli stati uniti barack obama ha annunciato ieri che giovanni loporto, rapito da al quaeda tre anni fa, è stato ucciso da un bombardamento americano con i droni in afghanistan.  omicidio che sarebbe avvenuto il 15 gennaio 2015 e rivelato dalla cia al presidente americano la settimana scorsa ... magari proprio durante il viaggio di matteo renzi a washington che invece è stato avvertito da obama solamente 24 ore prima ... ma vuoi mettere il vino italiano !!!


3) il broker americano morgan stanley ha emesso un nuovo report 'italy: now or never' dove

spiega che l'italia potrebbe avere una grande crescita economica (grazie a euro debole, quantitative easing e basso prezzo del petrolio) se la 'renzinomics' riuscirà a fare le riforme: abbassare il costo del lavoro (ridurre tasse e contributi), permettere i licenziamenti, vendita dei servizi pubblici (gas, acqua ecc), togliere le sofferenze dai bilanci delle banche,  riforma delle banche popolari (che diventerebbero contendibili), riforme costituzionali per dare tempo e modo al governo di fare le riforme.  insomma l'italia è tornata ad essere l'obbiettivo di morgan stanley e degli speculatori esteri, un bengodi per chi volesse fare soldi facili: dove puoi aprire una società, magari con costi per il personale più bassi del resto d'europa, e se dovesse andare male licenzi tutti e chiudi senza troppi problemi ... dove puoi comprare quote di banche con bilanci floridi mentre le perdite, frutto di gestioni allegre del passato che però hanno garantito lauti dividendi, le pagherebbe qualcun'altro ... dove ci sarà ancora la possibilità di mettere le mani sui servizi pubblici (come già fu per telecom, autostrade ecc) con il minimo rischio e la massima resa ...

23 apr 2015

super-poteri

abbiamo visto poteri forti e poteri(ni) forti(ni) ... oggi tocca ai super-poteri!
 

all'anas ('azienda nazionale autonoma delle strade' di proprietà del ministero dell'economia che, sotto la vigilana del ministero delle infrastrutture e trasporti, gestisce la rete stradale ed autostradale italiana) da circa 30 anni il capo dell'ispettorato di vigilanza sulle concessionarie autostradali è il signor mauro coletta; e quando si parla di concessionarie autostradali i nomi sono principalmente due: autostrade per l'italia (gruppo benetton) e sias (gruppo gavio).
ebbene il signor coletta può vantare un curriculum di tutto rispetto: nominato nel 2005 commissario per la variante di valico dall'allora ministro lunardi, la cui società rocksoil aveva partecipato a progettare l'opera, per zittire i sindaci e velocizzare i lavori ... e  i lavori furono così veloci (grazie anche alle imprese del gruppo toto e del gruppo caltagirone) che le gallerie sparvo e ripoli franarono dopo pochi anni con costi aggiuntivi stimati in alcune centinaia di milioni (toto ne chiedeva 500 ma la mediazione di coletta gli fece abbuonare ben 400 milioni di euro). ma il meglio è venuto il mese scorso quando l'ad di autostrade castellucci (http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2015/17-marzo-2015/variante-valico-doveva-costare-35-miliardi-ne-serviranno-doppio-2301124365263.shtml) ha detto che la variante è costata 7 miliardi ancichè 3,5, fu progettata male e che il "rischio geologico, misurato successivamente, superiore a quello ipotizzato dai progettisti" ...  misurato successivamente ? incredibile! no problem, dice castellucci " l’extracosto della variante di valico sarà totalmente a nostro carico" ... ed il titolo della holding atlantia in borsa non fa una piega! nessuno ci crede perchè si sa che in italia le promesse sono scritte sull'acqua ed infatti se guardiamo ai bilanci 2014 autostrade ha incassato pedaggi per 3.7 miliardi contro investimenti per 493 milioni chiudendo con un utile netto di 662 milioni (18% di margine netto) dei quali circa 340 milioni grazie agli umenti dei pedaggi del periodo 2010-2014. per la precisione anche il gruppo gavio ha riportato un margine netto del 18%.
pedaggi che vengono quantificati ogni anno tra l'ispettorato di vigilanza dell'anas del signor coletta e i concessionari nell'assoluto segreto  sulla base di tre elementi; a) redditività attesa dal piano investimenti (non dagli investimenti fatti), b) tasso di rendimento riconosciuto al concessionario e c) periodo sul quale si calcola l'ammortamento; sulla base di questi parametri un aumento sarebbe necessario se la reddività attesa fosse inferiore al tasso di rendimento riconosciuto (che si potrebbe stimare almeno intorno al 7.5% netto calcolandolo a ritroso, che sarebbe un bel guadagnare considerato che i rischi stanno a zero!).
ma perchè sono segreti ? bisognerebbe chiedere al signor coletta che rispose un anno fa al presidente dell'autority camanzi, che chiedeva l'accesso alla banca dati dell'anas' come "si rappresenta l'impossibilità di trasmettere i relativi contenuti, tenuto anche conto dei protocolli di riservatezza che caratterizzano l'accesso al sistema”.  forse grazie al governo monti che nel decreto 'cresci italia' tolse il controllo di merito dei nars (esperti del ministero dell'economia) e attribuì la vigilanza all'autority solo per le autostrade 'nuove' cioè per la brebemi e poco altro. infatti la brebemi può incassare i pedaggi solo dopo avere ultimato l'opera e si assume il rischio che non ci sia traffico mentre autostrade e sias possono aumentare i pedaggi solamente sulla base di un budget.
ma non finisce qui, sias avrebbe cominciato a rivalutare a bilancio le sue autostrade

(sebbene siano ammortizzate interamente i beni, se funzionanti, possono essere rivalutati) facendo apparire a bilancio nuove plusvalenze che finiranno ad incrementare il monte dividendi a beneficio degli azionisti (come già fecero una quindicina di anni fa quando ottennero la concessione, riuscendo a ripagarsi il costo della concessione stessa in poco meno di un quinquennio). su quale base incrementano il valore ? semplice, stanno scommettendo sul prolungamento delle concessioni che però deve ancora avvenire !  il super-lobbista fabrizio palenzona (presidente aiscat) sta lavorando alacremente, promettendo nuovi investimenti e renzi sembrava esserci cascato ... l'articolo 5 del decreto sblocca italia avrebbe permesso di ai concessionari di predisporre un nuovo piano economico-finanziario sulla base del quale ottenere una nuova convenzione. peccato che l'antitrust prima e l'unione europea dopo l'abbiano stoppato e da bruxelles fu aperta un 'eu-pilot' ossia una inchiesta che potrebbe portare alla procedura di infrazione per l'italia ... ed con tutto questo movimento come ha fatto l'ispettorato vigilanza di coletta a non accorgersi che qualcosa non andava ?
palenzona però non molla e chiede che le concessioni vengano allungate con il 'vecchio sistema' senza decreti leggi ma solo con trattativa secretata (of course) e diretta con l'ufficio di coletta. 
a mio avviso la fotografia perfetta del 'sistema' si capisce dall'intercettazione del 28/12/2013 tra l'ex ministro lupi ed l'ex dominum del ministero delle infrastrutture ercole incalza:  (incalza) "a proposito di concessionari autostradali ieri sera tardi... il prosperi (funzionario del ministero dell'economia) c’ha mandato un verbale della riunione... che non è condivisibile per niente. (lupi) "allora non firmiamo".

22 apr 2015

guidi a destra

come è possibile che il ministro dello sviluppo federica guidi conduca la trattativa con whirlpool per evitare la chiusura degli impianti ex indesit ? non sapevano a palazzo chighi che la signora guidi, tramite l'azienda di famiglia ducati energia, è fornitrice di whirlpool ?

parliamo della stessa federica guidi, figlia di guidalberto già consigliere d'amministrazione della fiat, che fu presidente dei giovani imprenditori di confindustria e successivamente vicepresidente della confindustria stessa e che è attualmente anche membro dell'associazione 'trilateral' ...

... ed è azionista della stessa ducati energia che ridusse i dipendenti a borgo panigale (bologna) da 600 nel 1985 a 220 ed intanto apriva impianti in india, croazia e romania.


ovviamente la signora guidi, alla nomina da ministro, ha rinunciato a tutti gli incarichi operativi nelle imprese controllate dalla famiglia ...

... un in bocca al lupo ai dipendenti ex indesit !!

21 apr 2015

pubblica (in)sicurezza

il signor silvio gaspani di capriate san gervasio (bg) ha ritrovato il 19 aprile la sua auto dopo avere pubblicato su facebook le foto, riprese dalla videosorveglianza, dei tre balordi che gliela avevano rubata il 17 aprile. a quanto pare i ladri, intimoriti dalle foto pubblicate, hanno restituito l'auto con tanto di biglietto di scuse ... e pare che uno dei ladri sia già stato identificato dagli utenti del web in un nomade di 17 anni, già noto alle forze dell'ordine per altri furti.

condivido l'ottima trovata del signor gaspani che ha avuto la prontezza di utilizzare il web e sono daccordo con lui quando dice che 'se non fai nulla, non ottieni nulla' ... ma mi resta una dubbio: perchè non ha dato il video alle forze dell'ordine ? e se le avesse date (come credo) ai carabinieri, cosa è successo alle foto: le hanno smarrite ? mah ... vallo a sapere ... o magari avevano qualcosa di più importante su cui indagare che l'auto rubata di un cittadino !

non c'è fine al peggio

"e quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita" (a.venditti)

e adesso ? lo spread btp - bund è in questo momento a 139, ovviamente per colpa della crisi greca. peccato che la premiata ditta renzi & padoan solo due settimane parlava addirittura di 1,5 miliardi di 'tesoretto' ed ora, se lo spread dovesse attestarsi intorno ai 140-150, dovrebbe cercare 4-5 miliardi per pagare i maggiori interessi sul debito pubblico!
e restano ancora in cerca di risposte: a) i circa 70 miliardi di tagli di spesa promessi all'unione europea (16mld per il 2016, 26mld per il 2017 e 28 per il 2018) pari al 5% del pil che, tenendo conto delle elezioni nel 2018, fanno temere in una scure a breve a carico di enti locali (regioni e comuni), detrazioni fiscali (nel 730) e probabilmente una tra sanità o pensioni!
il piano della premiata ditta 'r & p' è chiaro: sparare un po' di numeri, anche in contraddizione tra loro, per rabbonire bruxelles e fare credere al popolo nella ripresa  puntando forte sul quantitative easing di draghi per fare affluire moneta sui mercati e dare stimolo al pil. ma siccome le banche difficilmente impegheranno la maggiore liquidità in prestiti ad imprese e famiglie a causa dei vincoli della bce ( basta leggere l'intervista dell'ad di unicredit a mf : http://www.newmediamagazine.it/banche-ghizzoni-unicredit-il-credito-non-puo-crescere-mifi-22280.html) resterà tutto come prima, anzi possibile che andrà peggio !

18 apr 2015

indesit-erati

as expected! whirlpool annuncia 1335 esuberi in italia dopo che, solamente un anno fa, aveva promesso di non licenziare nessuno per almeno 4 anni, nel momento in cui comprò indesit dai merloni. promessa puntualmente disattesa come spesso avviene in questi casi dove una acquisizione è fatta solo per accaparrarsi il marchio ... e chissenefrega degli esuberi, come fu ad esempio per fiat con innocenti e lancia - autobianchi o la nestlè con motta - alemagna.

... ed intanto renzi porta il vino ad obama a washington ... e la banca d'italia ci dice che ci sono 'i presupposti' per la ripresa del pil ...

poteri(ni) forti (ni)

per la serie: 'piuttosto  che niente, meglio piuttosto' ... matteo renzi: "tornare al senato elettivo? per me si può fare" per cercare di recuperare i voti della minoranza pd; "l'importante è che si abbandoni il bicameralismo paritario" aggiunge a conferma che 'il fine giustifica i mezzi'.

la regione sicilia, in barba al bilancio da tribunale fallimentare ed agli obbiettivi di cost cutting, ha mandato dieci delegati a promuovere la regione in quatar per la modica spesa di 700 mila euro. quando il giornalista gianluigi paragone ha chiesto al presidente della regione le ragioni del viaggio ha ottenuto una querela come risposta !


l'avvocato andrea gemma sta scalando posizione tra i grand commissis d'italia. da anni sodale di angelino alfano e della moglie tiziana miceli, dopo avere guadagnato importanti contratti dalla pubblica amministrazione, accumula da un po' di tempo incarichi importanti.


generale nicolò bozzo (braccio destro del generale della chiesa): "alla prigione, in quel posto dove aldo moro fu portato, potevamo arrivarci, l’avevamo scoperta. addirittura prima che il sequestro di moro avvenisse". fece rapporto anche al capo di stato maggiore dei carabinieri, il generale mario de sena, ma nessuno se ne preoccupò.


trovato il compromesso tra politica e giustizia. via libera alle intercettazione ma stop alla loro pubblicazione finchè non inizia il processo (sempre che ce ne sia uno) dopo mesi o anni. stop anche alla trascrizione delle richieste dei pm, alle informative della polizia, ai brogliacci delle intercettazioni depositate per gli avvocati fino a che non si pronunceranno i giudici.  un cambiamento che metterà la parola fine sulla scoperta , da parte dell'opinione pubblica, di tangentopoli, calciopoli, mafia capitale, parmalat, mose, expo, terremoto, olgettine ecc... permettendo a più di un delinquente di passarla liscia !


il ministero del tesoro ritira la proposta di legge sulla 'clausola di onorabilità' secondo cui non possono sedere ai vertici delle aziende statali coloro che sono indagati o condannati.


rapporti stretti tra sky e la società di produzione televisiva wildside, che ha prodotto 1992, in treatment ecc, diretta da mario gianani già marito del ministro marianna madia.

15 apr 2015

si può fare !

arrocco : (v.tr.) spostare le truppe lungo linee interne e parallele al fronte ~fig. estens. mettere q.sa o q.no al riparo

opa di ei-towers su rai-way ?
non c'è problema, ci pensa la consob !
la minoranza del partito voterà contro ?
non c'è problema, ci pensa il governo !
berlusconi aveva provato a riportare renzi al tavolo del nazareno lanciando l'opa sulle torri pubbliche ma la consob ha interrotto le comunicazioni dichiarando illegittima l'offerta di mediaset. ma la linea è rimasta sempre attiva ed adesso potrebbe giunto il momento di rialzare la cornetta ... nelle ultime 48 ore la minoranza del pd ha fatto sapere al premier che non voterà le sue riforme e voila sul sito del governo è apparso il disegno di legge 'la nuova rai'. una legge che prevederebbe l'abolizione dei limiti di affollamento pubblicitario per la rai imposti dalla legge gasparri; tradotto in soldoni vorrebbe dire che, se la legge venisse approvata (e per esperienza posso anticipare che una legge del genere troverebbe appoggio in tutta la sinistra e nei 5stelle), mediaset dovrebbe dividere la su raccolta pubblicitaria con la rai !
penso quindi che oggi o domani partirà una telefonata da arcore a roma (o firenze?) per trovare un accordo: io dò una cosa a te (i voti per le riforme) e tu dai una cosa a me (niente legge rai e, se avanza disponibilità, il 40% di raiway).
come direbbe mel brooks (e carlo conti): si può fare!


14 apr 2015

parole, parole, parole ...

dati inps dicono che i posti di lavoro creati dal job acts nei primi due mesi sono 13 (tredici); ben diverso dai 79mila raccontati da renzi & c .... 'l'italia riparte' ?

il ministero del tesoro ha collocato la settimana scorsa 6.5miliardi di euro di bot al tasso medio (lordo) del 0.066%; rendimenti ai minimi storici che non fanno escludere che le prossime emissioni possano avere un ritorno negativo. anche in germania i titoli di stato viaggiano a rendimenti intorno al 0.15%.  mentre i rendimenti obbligazionari viaggiano a livelli prossimi allo zero, le borse europee segnano i massimi storici nonostante economie ancora deboli, consumi ai minimi, export difficile con il dollaro forte, terrorismo mediorentale e l'incognita putin. a ben pensare quello che stiamo vivendo è uno scenario surreale ma reso possibile dal quantitative easing della bce che inonda il mercato dei capitali di liquidità a costo zero con l'effetto è di una dose di doping per dare l'impressione che tutto vada bene nel tentativo di fare tornare le famiglie a spendere credendo che il peggio è passato.
resta ancora da valutare l'effetto che avranno le elezioni presidenziali americane sui mercati finanziari specialmente se la fed dovesse decidere di aumentare i tassi per dare un boost all'economia statunitense.

dal def sono scomparsi i 498 miliani per l'edilizia scolastica ... ed intanto crollano i soffitti delle scuole! restano i 71 miliardi previsti per le grandi opere ... ma intanto crollano anche i viadotti !!

10 apr 2015

ilaria alpi

mogadiscio, 20 marzo 1994: ilaria alpi e miran hrovatin vengono uccisi in una imboscata.  dopo 21 anni, sabato 11 aprile 2015,  rai3 trasmetterà un documentario per provare che i due furono uccisi perchè stavano indagando su un traffico d'armi clandestino per conto della cia e su navi da pesca donate dall'italia alla somalia. forse tra una decina di anni riusciremo a sapere perchè fu ucciso nicola calipari a baghdad nel 2005 ?

poteri forti

dove si nascondono i veri 'poteri forti' italiani ? dobbiamo limitarci ad invocare ai ricconi del bildenberg o del trilateral oppure dobbiamo cercare altrove ? penso che attualmente i veri poteri forti si nascondano nell'apparato dello stato o che facciano affari con la pubblica amministazione con ovvi ritorni finanziari. (un grazie al sito 'www.lanotiziagiornale.it')

1) l'aiscat (associazione delle società concessionarie autostradali) presieduta da fabrizio palenzona (già membro dell'abi, di mediobanca, della fondazione azionista di unicredit, di assoaeroporti e aviva italia) ha chiesto ieri, in audizione alla camera, un allungamento della concessione pubblica e tariffe più alte in interpretazione di una direttiva europea (# 23/2014) che vuole regole certe sulle concessioni affinchè le aziende facciano investimenti. richiesta che abilmente dimentica il livello infimo degli investimenti effettuati negli ultimi decenni (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-03-18/autostrade-giu-investimenti-063808.shtml?uuid=ABDHa0AD ).
ovviamente palenzona ha trovato terreno fertile nel governo che, nell'articolo 5 del decreto 'sblocca italia' consente la proroga della scadenza delle concessioni per consentire gli investimenti senza prevedere nessun sistema di controllo che i soldi vengano effettivamente spesi e non  solo previsti a budget. volendo fare nomi e cognomi, parliamo soprattutto della società autostrade posseduta dalla famiglia benetton (che nel tempo ha cambiato attività passando dai maglioni alle più sicure tariffe autostradali) che ha ottenuto 20 anni di proroga senza gara, aumenti tariffari sempre ben sopra l'inflazione (+3.9% nel 2014 e +1.5% nel 2015), sconti sulla sicurezza (potrà guard rail di classe minore con un risparmio del 40%) nonostante investimenti crollati del 39% nell'ultimo biennio mentre il traffico aumentava dell' 1% ed il margine operativo lordo cresceva al 62%.


2) finmeccanica ovvero il 'refugium peccatorum' del presidente gianni de gennaro e dell'amministratore delegato mauro moretti. partiamo da degennaro: ex prefetto, ex capo della polizia, ex direttore dei servizi segreti, ex sottosegretario del governo monti ed ex gestore dell'ordine pubblico al g8 di genova del 2001 quando la 'sua' polizia assaltò la scuola diaz ... ma lui ha comunque la 'piena fiducia' del governo ... come in passato direi! l'ad moretti invece, ex sindacalista delle ferrovie dello stato diventadone poi l'amministratore delegato; indagato per la strage di viareggio del 2009 definita dallo stesso 'uno spiacevolissimo episodio'.

3) in rai gli agenti delle 'stars' lucio presta (benigni, bonolis, clerici, belen, panicucci, cuccarini, perego, amadeus, liorni) e beppe caschetto (crozza, fazio, littizzetto, saviano, floris, annunziata, bignardi, parodi) producono programmi per le tv stesse. un conflitto di interessi che in altri paesi come la francia è vietato e che se applicato in italia gli dimezzerebbe i fatturati. chissà perchè la riforma 'rai dei professionisti 'lanciata dal governo, oltre ad occuparsi del controllo, non si occupa anche dei contenuti ?
 

poteri forti = italia = forte dei potenti


9 apr 2015

favole elettriche

('sole 24 ore') la associazione ecologista 'mediterranean association for nature - man' è riuscita a fare sequestare da un magistrato di messina un pilone dell'alta tensione (il numero 40 per la precisione) nella valle del mela in sicilia perchè non si integrerebbe nel 'piano del paesaggio'. con questa denuncia è quindi riuscita a bloccare la nuova linea di alta tensione tra calabria e sicilia che farebbe risparmiare all'intera collettività circa 600 milioni l'anno. per legge tutti i sovraccosti sostenuti dal gestore vengono spalmati sul prezzo nazionale dell'energia elettrica e fino ad oggi, grazie a 12 anni di ritardi ed ai ricorsi, ci sono stati addebitati circa 5 miliardi di euro in bolletta.
 

da una ricerca su google pare che la man chieda al gestore una variante di pochi chilometri e che le parti siano in lite da anni su questo punto. ora mi chiedo: quanto avremmo potuto risparmiare dei 5 miliardi se le parti si fossero messe daccordo ? oppure c'è qualcuno che sta lucrando su questi ritardi e a noi vengono a raccontare la storiella del pilone 40 ??

1980-2015

35 anni: tanto c'è voluto affinchè un organo dello stato italiano riconosca una verità apparsa chiara pochi giorni dopo la strage.
ieri la prima sezione civile della corte d'appello di palermo ha stabilito che il dc9 del volo itavia 870 bologna-palermo precipitato al largo di ustica il 27 giugno 1980 con 81 persone a bordo fu abbattutto da un missile; ragione per cui lo stato dovrà pagare il risarcimento ai parenti delle vittime, nonostante decine di processi penali abbiano stabilito che non ci sono responsabilità per i depistaggi e l'ostacolo delle indagini da parte di nessuno !

8 apr 2015

no news ...

"parturient montes, nascetur ridiculus mus"

"niente tagli né aumento delle tasse, chi dice il contrario dice il falso"... ed alla fine arrivò il def e le strabilianti novità:
(%)              2015    2016    2017    2018
pil               +0.7     +1.4     +1.5     +1.4
deficit/pil      2.6       1.8       0.8      zero
debito/pil   132.5   130.9   127.4    123.4

questi gli obbiettivi che sinceramente spero possano essere realistici
e questi sono gli strumenti per raggiungerli
5 mld da razionalizzazione p.a. e strutture periferiche  (=> tagli a prefetture = più oneri per enti locali), centrale acquisti e costi standard , stretta su partecipate (=> meno risorse per servizi sanità, trasporti e rifiuti gestiti dai comuni), taglio sussidi al trasporto pubblico (=> idem come sopra!), controlli su pensioni di invalidità
3 mld da riduzione agevolazioni fiscali (=> quali ? spero non siano altri tagli orizzontali che sono notoriamente recessivi), razionalizzazione incentivi alle imprese
2-4 mld da interventi su spese di regioni e comuni (=> tagli a comuni e regioni)
3 mld da risparmi spesa interessi


tutto questo can-can mentre la realtà è sotto gli occhi di tutti:
(la repubblica, 08.04.2015) dal 2010 al 2014 le banche italiane hanno messo in circolazione 12.7 milioni di biglietti da 500 euro ma hanno ricevuto versamenti per 95 milioni di banconote; la differenza di circa 37 miliardi di euro, o di 10 miliardi all'anno, senza che si sappia da dove siano arrivati. nello specifico c'è stto un boom nel veneto (+273%), in trentino (+3853%), emilia romagna (+847%) e lombardia (+393%) : regioni con tessuto economico ricco e c'è quindi  un ragionevole sospetto che siano soldi che derivano da evasione, corruzione e riciclaggio!

5 apr 2015

un giorno tutto questo sarà tuo

"un giorno tutto questo sarà tuo", disse berlusconi a renzi alcuni anni fa.
appunto!

buona pasqua

imbecilli

oltraggioso striscione contro la madre di ciro esposito allo stadio olimpico durante la partita roma - napoli.  evito i commenti sui trenta cretini che lo hanno esposto ma:
1) come c'è arrivato nonostante i controlli degli striscioni? o forse quelli della roma non sono controllati?
2) perchè nessuno ha mosso un dito per fermare la partita ? nè arbitri, ne dirigenti ma soprattutto neanche le forze dell'ordine!
3) perchè la roma calcio non ha fatto uno straccio di comunicato o dichiarazione per condannare gli striscioni ?

sicuramente la federazione se la caverà con una multa alla roma mettendo sullo stesso piano gli striscioni carogna e i cori 'scemo' fatti dai bambini juventini al portiere dell'udinese nel dicembre 2013.
ma si sa che le norme cambiano quando c'è di mezzo la roma ... e sarà un caso ma dopo il vertice al viminale a seguito della contestazione dei tifosi romanisti del marzo scorso (http://sport.repubblica.it/news/sport/calcio-roma-baldissoni-e-de-sanctis-ascoltati-al-viminale/4575658) la roma, e soprattutto gli arbitraggi, hanno cambiato marcia ...

4 apr 2015

porte girevoli

dopo un anno viene pubblicato il dossier cottarelli, cioè la lista dei tagli di spesa fattibili per diminuire il deficit pubblico scritta dall'economista nominato dall'ex presidente del consiglio letta ma che ha lasciato l'incarico lo scorso autunno ed è stato sostituito da yoram gutgeld (omen nomen). il dossier si basava su tagli da 7miliardi per il 2014, 18mld per il 2015 e 34mld per il 2016. interessante l'introduzione dove cottarelli raccontava "la difficoltà di accesso ai dati e dalla bassa qualità degli stessi" ma anche quanto "sono misteriosi e non accessibili molti dei flussi finanziari che rappresentano forme diverse di finanziamento del sistema della politica nel nostro paese". secondo cottarelli sarebbe stato possibile risparmiare centinaia di milioni fondendo i comuni sotto i 10mila abitanti, riducendo assessori e consiglieri a tutti i livelli (comuni e regioni), tagliando stipendi, indennità, vitalizi, cumuli di pensioni o stipendi ... ovvio che che il signor cottarelli sia stato fatto accomodare all'uscita! e questo valeva solo per la politica: il rapporto prevedeva il trasferimento del personale della p.a. pena il licenziamento, revisione del prontuario nazionale dei farmaci, gare regionale per le forniture ospedaliere, creazione di una centrale di acquisto per la p.a., taglio delle partecipazioni pubblica da ottomila a mille con criteri legati alle dimensioni (tremila società pubbliche hanno meno di sei dipendenti) ed infine riscrittura del codice degli appalti con maggiore sorveglianza nella fase di esecuzione. 

ed ora cosa sta succedendo?
- renzi e padoan (probabilmente con l'ausilio del nuovo economista gutgeld) lavorano alacremente al def che dovrà essere presentato la prossima settimana e poggerà su tagli di spesa da 10-15miliardi di euro che però non dovranno strangolare in culla la ripresa. i punti cardine saranno concentrati su risparmi dalle aziende municipalizzate di trasporto pubblico e di raccolta rifiuti che 'soffrono di gravi e crescenti criticità di costo' ... detto in italiano corrente: o tagliano i costi o aumentano le tariffe! occhi anche sul welfare con una stretta alle pensioni di invalidità e creazione di una 'unità indipendente di valutazione' degli investimenti pubblici ... altro ente, altri regali!
terzo punto: la razionalizzazione delle detrazioni fiscali (n.d.r. vedo male le spese sanitarie nel 730) e la riforma della tassazione locale sugli immobili (leggi imu). questi numeri saranno validi se l'italia rispetterà il vincolo del 3% di deficit-pil e quindi che il pil cresca secondo previsioni!

3 apr 2015

il nemico del mio nemico è mio amico

"se tu ascolti la sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l'avversario dei tuoi avversari" (esodo 23:22)

accordo tra usa, europa e iran per la riduzione della produzione nucleare in cambio della revoca di tutte le sanzioni imposte dall'uonione europea e dal'onu. resteranno in vigore le sanzioni per terrorismo, abusi sui diritti umani e detenzione di missili ad ampia gittata.
contrario il presidente israeliano netanyahu: "errore storico" e il suo ministro dell'intelligence ha detto l'opzione militare resta sul tavolo se "non avremo altra scelta".

basta leggere i titoli ...

la stampa
*(pag 11): 'un italiano su due dichiara meno di 15 mila euro - anche nel 2013 gli imprenditori (Eur17650) denunciano meno dei dipendenti (Eur20600)'.

il sole 24 ore 
*(pag 1) 'evitare le clausole di salvaguardia, già iscritte in bilancio a garanzia della tenuta dei conti pubblici' (n.d.r. aumento iva e accise su benzina per 16 miliardi di euro)
*(pag 2): 'pressione fiscale in crescita al 43.5% - nel quarto trimestre 2014 raggiunta quota 50.3%'
*(pag 3) 'la spesa pubblica continua a salire. in un anno aumento del 2.6% con incidenza del 57.6% sul pil. uscite correnti su del 2.3%. la prossima settimana sarà approvato il def. decisiva la partita dei tagli di spesa: 10 miliardi da inserire nella legge di stabilità'.
*(pag 3) 'invariato il potere d'acquisto delle famiglie - cala la propensione al risparmio'.


wall street journal






... e poi mi parlano di ripresa!

1 apr 2015

maledetta realtà


"vivere all'interno di una realtà è una cosa. accettarla, trovare che questa realtà è buona, è un altro discorso". (ignacio de loyola lopes brandão)

31 marzo 2015 - istat: occupati italia a febbraio a 22,27milioni -44mila sul mese precedente. gli occupati del trimestre dicembre-febbraio sono rimasti stabili mentre la disoccupazione è cresciuta di +23mila persone a 3,24milioni soprattutto perchè è salito il tasso di inattività. infine il tasso di disoccupazione tra i giovani (15-24 anni) è salito a 14,08mln in aumento del +1.3% rispetto a gennaio! l'istat sottolinea che i dati del governo (+79 mila nuovi contratti) non sono fungibili in quanto sarebbero solamente delle trasformazioni a tempo indeterminato di situazioni precarie grazie agli incentivi fiscali.
30 marzo 2015 - la commissione europea ha scritto all'authority per le comunicazioni (agcom) affinchè dissuada la società 'poste italiane spa' dal continuare con il piano industriale presentato poche settimane fa ed approvato due giorni fa dalla stessa agcom: chiusura di 455 uffici postali (spesso in zone disagiate), consegna della posta a giorni alterni in 4000 comuni italiani (pari a circa 15 milioni di abitanti) e aumento delle tariffe.
l'unione europea avverte che la norma europea sul servizio postale "garantisce una consegna all’abitazione o alla sede di ogni persona naturale o giuridica ogni giorno lavorativo" nell’ambito del servizio universale e ciò anche in zone remote e scarsamente popolate. ammonisce agcom che, se il servizio universale non venisse ripristinato, l'italia sarà sanzionata con la procedura di infrazione della 'direttiva sui servizi postali'.

31 marzo 2015 - secondo 'il fatto quotidiano' il pm woodcock avrebbe intercettato una telefonata fatta da matteo renzi al generale della gdf michele adinolfi con un telefonino intestato alla fondazione di marco carrai (uomo di fiducia di renzi nei cda fiorentini, tanto che pagò l'affitto della casa dell'ex sindaco di firenze dal 2011 al 2014).


...ma nulla è perduto! scommetto che il ministero di cultura popolare continuerà a sbandierare ogni singolo nuovo contratto registrato mettendo sotto silenzio i dati ufficiali, le poste riusciranno a portare avanti il loro piano industriale in nome della profitability e le eventuali multe andranno come al solito a carico dello stato ed infine il metodo woodcock delle intercettazioni a strascico sarà il movente per sfornare una legge che tagli questo strumento di indagine.